giovedì, maggio 04, 2006

Vino peer to peer.

"Ogni anno negli Stati Uniti vengono venduti vini spacciati come italiani, ma prodotti altrove, per un valore di 500 milioni di dollari".
La frase che avete appena letto e' estratta da questa notizia -- nella quale si parla d'altro, per la verita', si parla del prossimo MiWine. Questo estratto, pero', mi e' sembrato particolarmente degno di attenzione; immagino che l'affermazione, provenendo dall' assessore all'Agricoltura e vice presidente della Regione Lombardia Viviana Beccalossi, sia fondata.

L'aspetto che trovo particolarmente sorprendente e' che questo genere di contraffazione sia possibile negli Stati Uniti, senza scomodare la solita Cina (absit iniuria, ma del resto, 'sti benedetti cinesi, che falsificano pure le Ferrari!) -- no, tutto cio' non avviene in un paese nel quale la legislazione sui copyright e', come dire, labile; avviene negli USA dove, da tempo, si vanno imponendo leggi draconiane a protezione dei diritti d'autore su produzioni musicali o cinematografiche: guardacaso, su prodotti tipicamente americani: e' appena il caso di far notare quanto possa essere importante la produzione cinematografica per le finanze degli States; a questo proposito, pero', l'amministrazione americana non si e' limitata a imporre leggi punitive nei confronti di chi scarica film in rete, ma si e' sentita in dovere di condizionare la produzione di norme specifiche anche in altri paesi, allo scopo di tutelare il loro diritto.

Da noi la legge Urbani ha recepito in buona misura quelle esigenze, col grottesco effetto di punire con multe incomprensibili (tipo duemila euro) il malcapitato criminale che e' colto in flagranza di reato a comprare un paio di occhiali taroccati D&G. Se poi si viene pizzicati a scaricare canzonette, si va sul penale.
Per farla breve, mi piacerebbe sapere se, in modo omologo, il criminale trafficante in Chianti fasulli, in America, viene multato con la stessa ferocia; magari su pressante indicazione del governo italiano. Chissa'.

4 commenti:

  1. carissimo...hai perfettamente ragione, il problema è sempre lo stesso.... ti porto ad esempio il caso del tocai friulano ke il prossimo anno non potrà più kiamarsi così...(kissà come nessuno lo sa.?-) )
    ...MA sicuramente in america e non solo potranno usare il nome tocai a loro piacimento...MAH!!!...

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  2. Hai proprio ragione, anche se la notizia non è per niente nuova. Anzi, ormai è un dato di fatto.
    Tra l'altro per restare in termini enogastronomici, come la mettiamo col fatto che esportano in tutto il mondo prodotti geneticamente modificati (possibilmente senza specificarlo neppure) e poi ci fanno l'embargo contro la mortadella??

    PS ho traslocato!!! www.marketingdelvino.it

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  3. ...sulla questione tocai purtroppo qualcuno si è giocato male le carte ormai già troppo tempo fa, ed a nulla sono valsi i tentativi di fare dietro front... forse perkè il tokaj ungherese ( che non ha nienter a ke vedere con quello friulano ) è in mano ai produttori francesi (?).....
    ebbene si CONTINUIAMO A FARCI DEL MALE - citando nanni moretti-

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  4. @Slawka: sara' che la mortadella e' di sinistra? E' un complotto :) -- Visto pure il trasloco, molto bella la nuova home.

    @Alice: sinceramente, a me questa cosa della titolarita' del nome Tocai non m'ha mai depresso troppo. Non so come si potesse fare confusione tra i due vini, ma pace, e' andata cosi'.

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