domenica, ottobre 22, 2006

Perche' un film di Selen e' comunque preferibile ad una bottiglia di vino

Scrive tale Samantha: "come mai nel tuo blog non fai le recensioni ai vini che bevi? Cioè non descrivi il colore, i profumi, eccetera?".

Be', e' una questione un po' complicata. Come mi e' capitato di scrivere qui, ma pure qui, non ho grande considerazione dell'analisi tecnica di un assaggio; nello specifico, non credo che abbia un valore assoluto, data la caratterialita' dell'elemento analizzato; sicuramente non ha quel gran valore tale da doverlo condividere, visto che attiene ad un prodotto destinato a divenire, a modificarsi. La descrizione dell'analisi sensoriale di un vino fatalmente e' destinata ad essere vera per me, e meno vera, quasi inutile, per chi lo riberra' a distanza di un tempo magari pure breve.

Insomma, non e' come (esempio balzanissimo) un film di Selen: se ne faccio una recensione, e ti racconto che quella certa scena mi e' piaciuta per quel dato motivo, posso stare certo che pure tu rivedendo quel film ti ritroverai a verificare le stesse identiche scene; gli input non si modificano. E restera' immutato nel tempo, compatibilmente con la tenuta del supporto digitale; se non consumi il DVD, la famosa scena sara' riverificabile perennemente, uguale a se stessa.
E invece le note descrittive di un vino valgono essenzialmente per il momento nel quale vengono rilevate; alla lunga, sono inutili. A meno che non sia interessante leggere di una certa esperienza sensoriale fatta da un certo assaggiatore per quella volta; e qui c'entra un aspetto personale: questo genere di letteratura tende ad annoiarmi. Tantovale recensire Selen.

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