venerdì, novembre 25, 2005

Contiene solfiti, what?

L'ufficio complicazioni affari semplici e' sempre attivo; da domani e' obbligatorio segnalare in etichetta la presenza di solfiti nel vino; tuttavia, sembra che la cosa da noi presenti qualche complicazione.
Innanzitutto, gioverebbe semmai sapere quanti solfiti ci sono: suggerisco la lettura di questo post di Tigulliovino.it per approfondire.

Nell'articolo tratto da Agenews.it si legge pure: "La norma che contribuisce certamente a migliorare l’informazione ai consumatori e a tutelarne la salute è fortemente criticabile dal punto di vista applicativo perché - sostiene la Coldiretti - ostacola la commercializzazione di vino in Europa. I singoli produttori che - continua la Coldiretti - intendono esportare il vino nei diversi Paesi europei dovranno farsi carico a priori, al momento dell’imbottigliamento, di indicare nelle etichette la presenza di solfiti nelle diverse lingue senza sapere se l’obiettivo commerciale sui nuovi mercati sarà o meno raggiunto". Beh, uno pensa, e allora? Scriviamola in inglese, pure, e che valga come lingua comunitaria. E invece no :"Solo la Francia - riferisce la Coldiretti - ha infatti indicato come lingue utilizzabili nel proprio Paese anche l’inglese, ma altri paesi sono arroccati sulla propria lingua, come l’Italia che, con il D.Lgs. del 6 settembre 2005, ha stabilito che per tutti i prodotti - compreso anche il vino - le informazioni destinate ai consumatori devono essere almeno in lingua italiana". Ah, ecco, si sentiva la mancanza di un D.Lgs che venisse ad allietarci la vita. Coldiretti ha pronta la soluzione: "quella di utilizzare un semplice “pittogramma”, un logo o un simbolo o la stessa formula chimica dell’anidride solforosa (SO2) in tutti i Paesi".

Tanto per esemplificare, un pittogramma e' una roba così:


Il mio augurio, a questi punti, e' che non si scelga un pittogramma del tipo:

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