Oggi leggo sul Secolo XIX, foglio locale, la notiziola che riguarda l'enoteca Susto, nel centro storico della mia citta': il Comune (o l'Unesco, non ho letto bene) l'ha dichiarata negozio storico, o patrimonio dell'umanita', una cosa cosi'.
E' una buona notizia, siccome la vecchia Susto e' un'icona tra le bottiglierie di Genova; ed ora che e' veramente storica, finalmente ottiene il riconoscimento meritato.
Peccato che il Secolo, nel pezzullo che annuncia il prodigio, riesce a sbagliare per due volte il nome dell'enoteca: nel titolo, e nel pezzo, l'enoteca diventa Sisto.
Leggo, e mi stropiccio gli occhi: ma com'e' possibile? Pure i sassi conoscono l'enoteca Susto di Vico Casana; tutti la conoscono, tranne il giornalista che ne deve scrivere, in occasione di questo tardivo riconoscimento. Questo non sembra nemmeno piu' un premio, sembra uno sgangerato necrologio; l'unico enotecaro buono, e' un enotecaro morto.
Nessun commento:
Posta un commento