Ho sempre considerato con curiosita' l'enologia canadese; produrre in situazioni climatiche estreme non sembra propriamente una passeggiata.
Leggo pero' oggi su Greenplanet che "in base alla nuova normativa di emergenza varata il 23 settembre scorso, i vini da tavola prodotti in Ontario potranno contenere fino al 99% di uve prodotte all' estero. Il cambiamento al disciplinare della più importante zona vinicola del Canada è stato reso necessario a causa della bassa resa di produzione di uve negli scorsi due anni". Leggendo con piu' attenzione, si comprende pero' che "la normativa per i vini di qualità, prodotti con il marchio VQA (Vintners Quality Alliance) - una sorta di normativa di denominazione controllata - non subirà invece alcuna modifica al disciplinare" -- quindi, solo i vini da tavola sono interessati a questa bizzarra cosa dell'uso di uve straniere (!) mentre la produzione qualitativa evitera' l'onta. Come dire che chi berra' un prodotto corrente, in Canada, avra' maggiori possibilita' di bere pure un prodotto scarsamente qualitativo, mentre chi resta fedele a VQA berra' meglio. Sembra un déjà-vu.
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